Omelia nella Festa di S. Maria Goretti

La Parola di Dio è sempre anche la nostra povera parola di uomini. Dio parla e la sua Parola permette di capire quello che altrimenti sarebbe per noi incomprensibile. Essa diventa nostra e la nostra sua ma solo se ci lasciamo condurre dallo Spirito Santo, cioè dal suo amore.

La Parola ispira la nostra vita e rivela il suo senso profondo, risponde al desiderio che contiene, esprime quello che noi non sappiamo comprendere. Dio parla e se lo ascoltiamo impariamo anche noi a parlare la lingua più umana che c’è, quella che parleremo in cielo, che i santi parlano già oggi perché pieni di Dio: la lingua dell’amore. È quella che permette di capire e spiegare. Per questo Gesù è l’alfa e l’omega, la prima e l’ultima lettera del nostro alfabeto: veniamo dall’amore e andiamo verso l’amore. La Parola ci aiuta a capire quello che viviamo anche quando, e avviene spesso, facciamo fatica a comprenderne il significato, ci sembra non ne abbia nessuno, siamo pieni di paure e finiamo per credere che la vita sia quella delle apparenze. Siamo spesso alla ricerca di una forza che non troviamo e che ci rende disumani, perché ci obbliga ad essere duri, possessivi, pieni di confronti, di comparativi, individualisti. Il problema della nostra vita non è cercare il benessere, stare bene a tutti i costi, convinti che ne abbiamo diritto (e perché?) e ignorando i limiti pure evidenti. Solo cercando il bene capiamo per chi viviamo, chi amiamo. Questo è il problema vero della vita, così diverso dal benessere a tutti i costi, che spesso ci rende individualisti, bulimici di attenzioni, poco capaci di donare, attenti al possedere.

Il chicco di grano che siamo ognuno di noi trova se stesso solo gettandosi nella terra, nei tanti incontri, donando quello che è e che ha, smettendo di cercare tutte le risposte, ma accettando di donare per capire il senso di essere seme. Basta pensare che abbiamo paura del futuro o siamo così poco disposti a pagare il prezzo di cercarlo e di prepararlo per altri. La vera forza che sa affrontare le difficoltà, le tante avversità che mettono alla prova e che accompagnano la nostra vita é quella dell’amore. Come quella di Marietta, S. Maria Goretti, adolescente, che amava Gesù, che si sentiva amata da Lui, determinata a resistere alla brutalità che la minacciava. Le parole del Siracide sono proprio quelle di S. Maria Goretti, Marietta, e di quelle tante donne, come lei, che diventano una preda per chi non sa amare ma possedere. Come lei quante persone vivono la stessa angoscia, spesso nella solitudine! “Mi rivolsi al soccorso degli uomini, e non c’era”, dice il Siracide. La piccola grande Marietta, piccola di età, fragilissima eppure maestra di vita per aiutarci ad essere grandi, ci mostra qual è la vera forza che dobbiamo cercare, senza compromessi. In una generazione fluida, che pensa tutto possibile e relativizza ogni cosa perché tutto è catturato dall’onnipotente ego, Maria Goretti ci ricorda la fortezza, virtù davvero cardinale, cioè sulla quale possiamo costruire la nostra vita, le nostre scelte. Non è stata santa solo per la morte, ma per tutta la sua vita. Lei si ricordava sempre del suo Signore, “della tua misericordia, Signore, dei tuoi benefici da sempre, perché tu liberi quelli che sperano in te, li salvi dalla mano dei nemici”. E chi ha detto che gli adolescenti non abbiano questa forza? Il problema non sono piuttosto gli adulti che scappano e che diventano adolescenti? “Imparerò a fare tutto bene!”, diceva. E aveva chi la aiutava, a farlo e a crederlo. Noi siamo sì incerti, indeterminati, paurosi che crediamo poco perché relativizziamo tutto all’io tanto da non prendere sul serio la fede! Noi evitiamo i problemi. Le tante avversità di una vita dura si affrontano con il solo bene, senza farsi incattivire. Amare sempre: questa è stata la santità della porta accanto. La morte del papà e lei che si pensava per la mamma e i fratelli. Ecco la santità. Davvero, come scrive l’apostolo, Dio ha scelto: “Quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti” senza sentimento, che riducono l’altro a quello che serve a me, ad oggetto, e la donna a possesso, perché semplicemente non si sa amare. E viene da chiedersi come sia possibile una vita pornografica, cioè esibita, da prestazione, vitalistica, da successo e da modelli finti tanto da diventare influencer, invidiati e temuti.

Marietta è stata un chicco di grano, caduto in terra, per amore di Dio che la rivestiva di importanza e non era un corpo da possedere. Maria Goretti ci insegna la forza grandissima del cristiano, che non ama la sofferenza, ovviamente, ma ha un amore più grande della cattiveria che lo investe, per cui non cede al compromesso, mostra la forza della Marietta, ce lo propone senza prediche, senza distribuire verità o istruzioni per l’uso, con la sua vita. Ecco la sua forza, possibile a tutti, che ci disarma e ci chiede di amare e basta, come possiamo, nelle fatiche della vita quotidiana, senza vittimismo, senza egocentrismo, anzi, aiutando fino alla fine, con un amore più forte della paura. Chi ama la propria vita la perde, e chi odia la propria vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna.

Infine la forza del perdono, suo e della sua mamma, Assunta. Non era scontato. Siamo nel tempo dell’odio, conservato, digitalizzato, dell’offesa gratuita e della mancanza di riguardo, anche del rispetto per l’altro. “Dio non vuole, tu vai all’inferno”. La preoccupazione era per Alessandro. Io lo perdono e lo voglio con me in Paradiso. Dall’inferno (“non lo fare – Dio non vuole – tu vai all’inferno”) al Paradiso del suo cuore, capace solo di amare. Nel Natale del 1934 Alessandro varca la canonica della parrocchia di Corinaldo e chiede perdono alla mamma. Risposta semplice, di fede: “Vi ha perdonato Dio, vi ha perdonato Marietta mia, vi perdono anch’io”. “Al mattino ci recammo alla Messa – racconta commosso Alessandro – e facemmo la santa Comunione, insieme uniti nella carità e nel perdono di Dio. Marietta compie una rivoluzione di civiltà, ridonando valore ad ogni persona, restituendo dignità in mezzo al degrado più estremo, tracciando la via per un cammino di speranza e di ricostruzione dei valori civili. Quanti inferni già sulla terra, dove vince il male, quando il fratello non riconosce più suo fratello e nemmeno se stesso. Misericordia è mettere amore dove c’è il male. È rispondere al male con l’amore. Il perdono è la vera radice della pace. Lei perdona e fa rinascere Serenelli, lo libera.

“Bambina di Dio, tu che hai conosciuto presto la durezza e la fatica, il dolore e le brevi gioie della vita; tu che sei stata povera e orfana, tu che hai amato il prossimo facendoti serva umile e premurosa; tu che sei stata buona e hai amato Gesù sopra ogni altra cosa; tu che hai versato il tuo sangue per non tradire il Signore; tu che hai perdonato il tuo assassino, intercedi e prega per noi, affinchè diciamo sì al disegno di Dio su di noi. Ti ringraziamo, Marietta, dell’amore per Dio e per i fratelli che hai seminato nel nostro cuore. Amen”.

Santuario della Madonna delle Grazie e S. Maria Goretti - Nettuno (RM)
06/07/2022
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