BOLOGNA – “Sperimentiamo oggi la privazione della celebrazione liturgica nelle tre regioni del nostro paese più colpite dal contagio. Quanta sofferenza! Di fronte al male comune dobbiamo avere tutti attenzione al bene, personale e comune, seguendo con responsabilità le indicazioni di sicurezza e cambiando stili di vita per evitare il propagarsi del virus”.
E’ quanto ha detto l’arcivescovo oggi nell’omelia della Messa della seconda domenica di Quaresima, celebrata in maniera riservata alla Casa del clero di Bologna, e ripresa in diretta da E’Tv-Rete7 e Radio Nettuno, e in streaming sui canali social di 12Porte (YouTube e Facebook).
“E’ così necessario – ha detto acoro l’arcivescovo -pensando che quasi sempre sono i più fragili tra noi ad essere colpiti. Questo digiuno ci spinge a scoprire o riscoprire quello che perdiamo, a comprenderne l’importanza, a liberarlo dalla scontatezza, a desiderarlo. L’arte dell’amore sa trarre dalle difficoltà motivo per crescere e amare di più. Oggi capiamo personalmente quello che vivono ordinariamente tanti che sono sempre privati della partecipazione all’eucarestia: i malati, gli anziani, chi non è autosufficiente, i tanti cristiani perseguitati o quelli che non hanno celebranti”.