BOLOGNA – “Presentati in diocesi i dati aggiornati di “Insieme per il lavoro”, un progetto promosso dalla Curia bolognese, in collaborazione con il Comune di Bologna e la Città metropolitana. Ad illustrarli Giovanni Cherubini, incaricato diocesano per il progetto, all’interno della conferenza stampa di presentazione dei dividendi Faac.
«Si tratta di una sinergia vincente – prosegue – perché unisce l’attenzione al singolo essere umano che caratterizza l’esperienza cristiana con la capacità di dialogare con imprese e realtà lavorative di vario tipo». Non è un caso che fra gli obiettivi dichiarati del progetto, che si impegna a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di persone con scarsa autonomia nella ricerca di un’occupazione, vi sia la creazione di una rete di cooperazione tra enti ed istituzioni per massimizzare l’ingresso nel mondo del lavoro di queste categorie.
Venendo ai numeri, ad oggi sono state più di 3.000 le persone che si sono iscritte a «Insieme per il lavoro» delle quali 848 risultano occupate. La metà di questi inserimenti sono stati intermediati dal progetto, che ha visto il coinvolgimento di 86 aziende. Sono invece dieci i progetti di autoimpiego, ossia quei percorsi di creazione d’impresa che consentono all’aspirante imprenditore di verificare la sostenibilità economica della propra idea imprenditoriale. I progetti di innovazione sociale, quelli che contribuiranno a creare nuovi posti di lavoro per persone nel «target» del progetto, sono invece nove. Interessante notare come 127 fra coloro che avevano presentato domanda al progetto non si sia presentato alla convocazione, ma anche come 66 fra essi risiedano fuori dall’area della Città metropolitana. Sono più maschi che femmine coloro i quali hanno presentato la loro domanda ad «Insieme per il lavoro»: 1.842 contro 1.375. Secondo la statistica dei profili prioritari per età, sono soprattutto le persone fra i 50 ai 64 anni ad essersi rivolti al progetto, il 37%, seguiti da quelle con età compresa fra i 35 e i 49 che si attestano al 33%.
«Questo progetto è stato pensato per durare quattro anni – spiega Cherubini – . Ovviamente stiamo pensando, fra l’altro, a come farlo perdurare nel tempo. Credo sia da sottolineare lo sforzo che facciamo anche nei confronti dei casi più complessi coi quali arriviamo ad interagire, e per i quali ci muoviamo attraverso interventi di formazione professionale per accrescere le competenze sia personali che trasversali».
Il valore della dignità di ogni vita e l’ampia eperienza della Chiesa in fatto di Dottrina sociale, da un lato, e i valori e le esperienze delle Istituzioni, dall’altro, unite – in sintesi – per rendere autonome le persone aiutandole ad imboccare la strada del mondo del lavoro. «Le persone che si rivolgono a noi ci chiedono essenzialmente il pane, perché “in primis” questo significa avere un’occupazione. Mi piace dire – sottolinea Giovanni Cherubini – che noi non diamo direttamente il pesce nelle mani di chi ci interpella, ma insegnamo loro a pescare. Per questo i finanziamenti che arrivano dalla “Faac” andando a sostenere “Insieme per il lavoro”, hanno una ricaduta sulle persone perché le potenziano consentendo loro in futuro – conclude – di raggiungere autonomamente il mondo del lavoro».
Marco Pederzoli