Il già Rettore dell’Alma Mater: «L’Europa di oggi si ispiri a Roma»
Un grazie sentito, «per questi incontri che ci hanno aiutato a riflettere: non solo un nutrimento spirituale, ma anche una bussola, contenuti che danno chiavi interpretative per fare poi delle scelte». E un ringraziamento soprattutto «ad Ivano Dionigi, perché senza di lui questi incontri non ci sarebbero stati: con essi ci aiuta a comprendere le nostre radici per capire quale contributo dare al futuro dell’Europa». Così si è espresso il cardinale Matteo Zuppi nel suo saluto iniziale al terzo e ultimo incontro, mercoledì scorso nella Basilica di San Petronio, dell’iniziativa «Destino dell’Occidente. Come può l’Europa ritrovare la sua identità spirituale e politica ed essere fedele alla sua vocazione storica?», promossa da Arcidiocesi di Bologna, Basilica di San Petronio e Centro Studi «La permanenza del Classico» dell’Università di Bologna. Ed è stato proprio Dionigi, docente emerito di Letteratura Latina all’Università di Bologna e già Magnifico Rettore della stessa Università a parlare, sul tema «L’eredità di Roma». L’attrice Sonia Bergamasco ha letto brani da Virgilio, Seneca, Tacito, Kavafis; la Cappella musicale di San Petronio, diretta da Michele Vannelli ha eseguito due brani musicali, «Elevazioni» cinquecentesche su temi dall’Eneide di Virgilio, di Josquin Desprez e Adrian Willaert.
Dionigi ha ricordato la triplice eredità di Roma: linguistica, giuridica, politica. Linguistica, perché «fino all’800 l’Europa ha parlato latino, per per via delle tre istituzioni che lo utilizzavano: Chiesa, Impero e “Studium”, cioè l’Università. E il latino è rimasto anche nel suo imbarbarimento di latino, nel segno del meticciato: le tante lingue “volgari”, che sono diventate tanti “latini”: così il latino è divenuto lingua del popolo e delle persone colte, con tanti usi possibili».
Chiara Unguendoli
L’articolo integrale sarà disponibile sul numero di Bologna Sette di domenica 9 giugno.