Mercoledì 26 in San Bartolomeo

In preghiera per la pace in Ucraina

Domenica il Cardinale visiterà la parrocchia ucraina

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

Una bandiera ucraina accanto al cero pasquale: sono il segno di speranza che presiede il momento di preghiera promosso nella basilica di San Bartolomeo alle due torri dalla comunità di Sant’Egidio, in risposta all’appello che Papa Francesco ha lanciato domenica all’Angelus.

“Seguo con preoccupazione – aveva detto – l’aumento delle tensioni che minacciano di infliggere un nuovo colpo alla pace in Ucraina e mettono in discussione la sicurezza nel Continente europeo, con ripercussioni ancora più vaste. Faccio un accorato appello a tutte le persone di buona volontà, perché elevino preghiere a Dio onnipotente, affinché ogni azione e iniziativa politica sia al servizio della fratellanza umana, più che di interessi di parte”.

«In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a voi!”». Le parole del vangelo riecheggiano nella riflessione offerta dal Cardinale Zuppi, appena rientrato in città dopo aver partecipato ai lavori del Consiglio permanente della CEI: anche i rappresentanti dell’episcopato italiano avevano vissuto insieme un momento di preghiera.

Nonostante l’aggravarsi della situazione sul campo, alcuni membri della parrocchia greco-cattolica ucraina che hanno partecipato alla preghiera confessano che qualcosa sta cambiando: “Sono otto anni – dicono – che viviamo questa guerra, che ha causato centinaia di morti, due milioni e 400mila profughi interni, traumi infiniti, orfani, mutilati, distruzioni, danni economici, nell’indifferenza generale. Ci sentiamo molto confortati dalla solidarietà mostrata e questo momento di preghiera è molto importante per noi”.

Il Cardinale Zuppi ha annunciato che visiterà la parrocchia ucraina di San Michele domenica mattina prima della Divina Liturgia e rivolgerà una preghiera alla Madre del Signore per la pace in quella nazione martoriata.

Nella giornata di mercoledì, gli ucraini cattolici hanno vissuto una staffetta virtuale di preghiera che ha toccato anche le metropolie, le diocesi e i monasteri presenti in Ucraina e in tutto il mondo.

Sua Beatitudine Sviatoslav, Arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, auspica che prevalga la forza del diritto, non il diritto del forte, che è invece quello che stiamo sperimentando. “L’Ucraina, dice, non è una minaccia per la Russia. E quello che sta accadendo non è solo una minaccia per la pace in Ucraina, ma per tutta l’Europa. Questa guerra mette a rischio tutte le conquiste della società europea dopo la Seconda Guerra Mondiale”.

condividi su