Anniversario

La Messa per i 150 anni della nascita di Marconi

La celebrazione dell'Arcivescovo giovedì 25 aprile al mausoleo di Pontecchio

Giovedì 25 aprile la Messa celebrata nel Mausoleo di Pontecchio Marconi.

«Celebrando Guglielmo Marconi celebriamo la capacità dello sviluppo e la sfida di crescere nel cuore. E per fare questo ci è necessario Colui che ci aiuta a viverlo, l’Amore che è Dio. Aiutiamo il mondo a trionfare sull’egoismo, sull’orgoglio e le rivalità, a superare le ambizioni e le ingiustizie, ad aprire a tutti le vie di una vita più umana, in cui ciascuno sia amato e aiutato come il prossimo del fratello».

È un passaggio all’omelia dell’Arcivescovo che ha pronunciato giovedì 25 aprile in mattinata durante la Messa in ricordo dei 150 anni della nascita di Guglielmo Marconi nel mausoleo di Pontecchio.

«Mio nonno aveva già undici anni – ha aggiunto il cardinale Zuppi – quando nacque Guglielmo Marconi che superò la prima collina e poi tutte le colline che impediscono di comunicare! Aveva inventato non solo la radio ma il wireless, la comunicazione senza fili. Si dice di lui: “L’uomo che ha connesso il mondo”. Aveva l’idea che il progresso, l’innovazione tecnica, l’intelligenza umana dovessero essere messi al servizio del bene, e non al servizio della distruzione. Disse: “La radiotelegrafia ha fatto e spero che seguiterà a fare grandi progressi non certo dipendenti dalla modesta opera mia, ma, come umile studente anch’io delle forze della natura, m’associo al desiderio di vedere questo nuovo mezzo di comunicazione apportare il pensiero della civiltà umana attraverso lo spazio, fra le terre e i mari, rendendo possibile a tutti di ricevere attraverso i mari dalle lontane colonie le notizie dei loro cari”. Umili studenti lo siamo e lo restiamo sempre: la consapevolezza dei limiti e il rispetto del creato aiuta la ricerca, non la limita!».

Qui l’omelia integrale dell’Arcivescovo nella Messa per i 150 anni della nascita di Guglielmo Marconi

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