La Messa celebrata in 13 lingue

L’Epifania dei popoli

La diretta della liturgia in Cattedrale presieduta dall'Arcivescovo alle 17.30

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Sabato 6 gennaio, Festa dell’Epifania, alle ore 17.30 l’Arcivescovo celebrerà la Messa dei Popoli in cui verranno utilizzate 13 lingue per le letture, i canti e le preghiere, e saranno portati ai piedi della statua di Gesù Bambino, da parte di alcuni fedeli vestiti con abiti tradizionali, doni caratteristici delle comunità etniche presenti in Diocesi. La preghiera del “Padre Nostro” verrà recitata da ciascuno dei presenti nella propria lingua madre. La liturgia sarà trasmessa anche in diretta streaming sul nostro sito sul canale YouTube di “12Porte”.

La festa della Epifania celebra la manifestazione di Gesù Cristo come salvatore di tutti i popoli. Nel pellegrinaggio dei Magi dal lontano oriente verso la Casa di Betlemme, è prefigurato il cammino di tutti i popoli verso la luce della fede, nella ricchezza e la varietà delle lingue e delle culture. Questo è il motivo che sta alla base della Messa dei Popoli, celebrata ogni anno in cattedrale e presieduta dall’Arcivescovo. 

Qui è possibile scaricare il Libretto completo della celebrazione.

Sono 13 quest’anno le lingue utilizzate per i canti, le letture e le preghiere, mentre il coro sarà composto da cantori provenienti dalle comunità cattoliche degli immigrati a cura della Migrantes diocesana. 

La bellezza della cosiddetta “Messa dei Popoli” consiste anzitutto nella profonda verità del modo in cui viene celebrata: l’utilizzo di molte lingue diverse, le sonorità utilizzate che vanno dai ritmi africani fino alle struggenti melodie dei popoli ispanici non sono semplicemente elementi giustapposti gli uni agli altri, ma l’unico ambiente profondamente spirituale, che manifesta visivamente la comunione dei doni diversi e la profonda unità nella fede di queste comunità.

La Chiesa riconosce grande importanza alla lingua materna dei migranti, attraverso la quale essi esprimono la mentalità, le forme di pensiero e di cultura ed i caratteri stessi della loro vita spirituale e delle tradizioni delle loro Chiese di origine. 

Il gruppo tanzaniano delle Suore Minime dell’Addolorata cantateranno il salmo responsoriale in lingua swahili, mentre le letture bibliche saranno proclamate in inglese e polacco.

Alla preghiera universale si pregherà in francese per la Chiesa, in romeno per il Papa e i vescovi, in ucraino per la pace tra i popoli, in bengali per i governi e gli organismi internazionali, in arabo per i bambini, in malayalam per i giovani, in portoghese per le vocazioni al sacerdozio, in cingalese per gli ammalati, in cinese per le famiglie, in tagalog per i migranti, in eritreo per quanti subiscono violenza, in tamil per tutti i presenti al rito.

Alla processione offertoriale, aperta da bambini cingalesi in costumi tradizionali che porteranno l’omaggio della luce, con i doni per l’Eucaristia, saranno presentati dalle comunità doni rappresentativi del proprio paese che saranno destinati ad opere di carità, mentre il coro delle comunità latino-americane eseguirà i canti.

Particolarmente toccante il momento del Padre nostro che ognuno dei presenti reciterà contemporaneamente nella propria lingua natale: un piccolo momento di apparente confusione dal sapere profondamente pentecostale.

Per quanto riguarda l’attività di Migrantes, si segnala in questo anno l’organizzazione della comunità di lingua malayalam, che raggruppa fedeli provenienti dal Kerala (India), soprattutto religiose e studenti universitari, che celebrano la Liturgia secondo il rito siro-malabarese, secondo l’antica tradizione che risale all’apostolo Tommaso.

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