Trecento giornalisti al Veritatis Splendor

Raccontare la vita mentre diventa storia

Zuppi: «Ora i media recuperino la propria deontologia e non spargano odio»

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BOLOGNA – «Occorre ribellarsi con decisione alla violenza verbale e alle “fake news”, in una parola, alla totale mancanza di deontologia che invade l’informazione oggi, specie quella digitale, riempiendola anche di odio». È il messaggio che il cardinale Matteo Zuppi ha voluto dare ai quasi 300 fra giornalisti, comunicatori, direttori di testate, tv, radio, agenzie online, Uffici per le comunicazioni sociali delle diocesi dell’Emilia-Romagna, alla XVI edizione dell’incontro regionale dei giornalisti, organizzato venerdì scorso al Veritatis Splendor dall’Ucs Ceer/Bo in collaborazione con Ordine dei giornalisti Emilia-Romagna, Fisc, Ucsi, Gater, Acec, Ucid, con l’ospitalità dell’arcidiocesi di Bologna e dei settimanali Bologna Sette e 12 Porte.

Evento nel quale è stato anche presentato il messaggio di papa Francesco per la 54a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali «Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria (Es 10,2). La vita si fa storia». E riferendosi proprio al Messaggio del Papa, il cardinale ha sottolineato che «le parole vuote e le false notizie sono nemiche della Parola vera e della vera storia. Siamo chiamati a parlare non alla “pancia”, ma al cuore e alla mente. E così rivelare lintreccio dei “fili” che ci legano fra noi e, come cristiani, leggere i “segni dei tempi” nella cronaca quotidiana». Questo vale tanto più per i social media, che, ha ricordato l’arcivescovo, «sono dei mezzi, e vanno usati bene», e che come tutta l’informazione devono «raccontare la vita umana vera, e non spiare “dal buco della serratura”». Così, ha concluso il cardinale, anche nel mondo dell’informazione: «Ogni cristiano deve essere comunicatore della vita vera che si fa storia». Subito prima di lui, Alessandro Rondoni, direttore Ufficio comunicazioni sociali Ceer e arcidiocesi di Bologna, ha ricordato i tanti eventi che costantemente richiedono l’attenzione della comunicazione diocesana: «Tutte storie – ha detto Rondoni – che abbiamo raccontato e soprattutto approfondito attraverso una nuova struttura che racchiude e supera le precedenti: il Centro di comunicazione multimediale dell’arcidiocesi di Bologna, che comprende il settimanale Bologna Sette, la rubrica televisiva 12Porte e il sito internet www.chiesadibologna.it».

«La crisi dei quotidiani, e di un’informazione ormai talmente ipertrofica che non si sa più come orientarsi – ha sottolineato Francesco Ognibene, caporedattore di Avvenire – è più profondamente una crisi di senso. La sfrenata esaltazione, da parte della nostra cultura, dell’individuo e della sua libertà che sembra non conoscere più limiti lascia questo stesso individuo solo e smarrito, senza punti di riferimento. Dobbiamo fare nostre le domande di senso

delle persone e recuperare la responsabilità per offrire speranza». La «narrazione come forma di comunicazione» è stata sottolineata da Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali della Cei, che ha anche ricordato l’importanza dell’«informazione di prossimità», alla quale contribuiscono grandemente i referenti regionali; per essi, ha ricordato Corrado, «abbiamo previsto una serie di corsi, completamente rivisti e ridisegnati». Corrado ha concluso ricordando il peso molto forte delle parole, «che devono essere usate con saggezza e con un sapiente discernimento». E Giovanni Rossi, presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna ha ricordato che «c’è una richiesta di giornalismo corretto, che ci si rende conto che scarseggia; ma non è facile osservare le regole quando il lavoro dei giornalisti è spesso sfruttato e sottopagato».

Chiara Unguendoli

Qui la fotogallery (foto Claudio Casalini)

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