“Adotta un nonno”: l’idea è partita dall’ufficio scuola della diocesi e ha gode del supporto operativo delle ACLI di Bologna. Un collegamento telefonico settimanale tra un ragazzo e un anziano che prima neppure si conoscevano, ma che piano piano fanno amicizia e si mantengono in contatto. Ne abbiamo parlato con Chiara Pazzaglia, recentemente nominata Presidente provinciale delle ACLI.
Il problema registrato da parte di molti anziani che chiamano i servizi di supporto psicologico delle ACLI attivato in occasione del rock down è prima di tutto la solitudine e il progetto “Adotta un nonno”, nella sua semplicità, mira a costruire un rete di relazioni, che si è oltretutto rivelata preziosissima anche durante l’emergenza sanitaria.
Un contatto telefonico, mediato inizialmente dall’organizzazione, che in base agli interessi dei ragazzi offre alcuni spunti per avviare la conoscenza reciproca e la conversazione. La storia, ad esempio; come era Bologna, ricordi del tempo di guerra o dell’infanzia; ma anche la cucina, le ricette, le tradizioni, la cura dell’orto, le usanze; la fede, con i ricordi, le testimonianze, gli aneddoti di una vita.
Avere “il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, e di solidarietà”: Silvia Cocchi, dell’Ufficio scuola della diocesi cita le parole di papa Francesco che hanno offerto l’ispirazione per il progetto. Far incontrare la gioia e la positività di ragazzi e bambini con la saggezza e la sapienza degli anziani che con la storia che hanno alle spalle, hanno tanto da condividere e da donare.
Facendo visita ad alcuni dei protagonisti dell’iniziativa, il Cardinale ha detto: “Avete scoperto il vaccino del virus: il virus della solitudine e dell’indifferenza”.