Una Messa nella basilica di San Marco

La Pira: uomo mistico e concreto

L'arcivescovo a Firenze per l'anniversario della morte del Venerabile ex-sindaco di Firenze

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FIRENZE – “Ecco il segreto di La Pira, innamorato di Dio e per questo innamorato dell’uomo, mistico e concreto come deve essere un cristiano, che cerca il cielo e per questo trova la terra, che contempla il volto di Dio e lo trova nell’uomo, anche il più lontano da Dio secondo gli uomini”.

Questo è stato Giorgio La Pira per il cardinale Matteo Zuppi. Lo ha così descritto in un passaggio dell’omelia tenuta giovedì scorso, 5 novembre, durante la Messa celebrata nella basilica di San Marco a Firenze nel 43° anniversario della sua morte. Un ricordo che ha spaziato nell’esperienza cristiana e politica del sindaco toscano tra le maggiori figure dell’impegno cattolico del ‘900 nel campo sociale.

La ricostruzione del dopoguerra e l’esperienza dell’Isolotto, le missioni di pace e il suo sogno concreto di fratellanza che intratteneva con le diplomazie sovietiche e mediterranee. Firenze come laboratorio e città-telaio per percorsi di comprensione e costruzione di dialogo.

Un confronto necessario con questo tempo di pandemia e di crisi, ma anche con la speranza portata nell’enciclica di papa Francesco in Fratelli tutti. “Ecco La Pira, quello che lui ha vissuto e che Papa Francesco ci ripropone – ha detto ancora l’arcivescovo -. Seguendo il suo maestro andava sempre a cercare la pecora perduta, fosse nella disperazione di non avere casa, di non potersi curare o nell’angoscia di non avere lavoro. Noi sentiamo la mancanza di quella pecora?”.

Qui il testo completo dell’omelia

 

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