Azzardopatia

Una legge per battere l’azzardo

Il centro sociale Giorgio Costa ha ospitato una tavola rotonda

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BOLOGNA – A dieci anni dalla fondazione della Campagna «Mettiamoci in gioco», che riunisce varie realtà attive nella sensibilizzazione ai rischi del gioco d’azzardo, lo scorso 30 novembre il centro sociale Giorgio Costa ha ospitato una tavola rotonda per fare il punto sulla situazione attuale e proporre nuovi spunti di riflessione e intervento sul tema.

Un evento che ha avuto il merito di non limitarsi a fare il punto su ciò che la Campagna ha fatto, nonostante i significativi obiettivi raggiunti (il divieto di pubblicità, l’istituzione dell’Osservatorio presso il ministero della Salute, l’inserimento del «Disturbo da gioco d’azzardo» nei Livelli essenziali di assistenza, il calo costante dei patologici nei Comuni aderenti, come il ‘meno 50%’ in 5 anni della stessa Bologna, raccontato nel suo intervento dal consigliere comunale Filippo Diaco), ma di mettere a fuoco gli obiettivi da perseguire, a partire da una legge quadro nazionale che regolamenti il settore e sia in grado di proteggere davvero le persone più fragili, diminuendo l’offerta di gioco d’azzardo nel nostro Paese.

Gli ultimi dati sono preoccupanti: il sistema delle slot, on e offline, quest’anno è riuscito a raccogliere quasi 140 miliardi di euro, contro i 110 miliardi dell’anno passato. «Sono dati devastanti – ha osservato don Armando Zappolini, portavoce della Campagna- anche perché fanno pensare che in un tempo di crisi economica come questo, la gente cerchi nella sponda dell’azzardo una soluzione ai propri problemi, peggiorandoli».

La politica nazionale è stata più volte accusata di essere silente e inattiva dinanzi a questo rilevante fenomeno sociale. Un atteggiamento contrario a quello auspicato nel suo intervento dall’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, Matteo Zuppi. «Le dipendenze usano l’individualismo e lo amplificano – ha detto, ricordando le gravi conseguenze sociali e sulla salute personale della ludopatia -. Il contrasto al fenomeno dell’azzardo deve essere una sfida per tutta la comunità, inclusa quella cristiana». Zuppi ha quindi lanciato un appello alle parrocchie perché «aprano le porte a chi voglia uscire da questa dipendenza, grave fonte di solitudine».

Ha poi riservato una sferzata alla politica, che «ha promesso senza mantenere», di fronte agli incassi di dell’«azzardo di Stato». Un assist lanciato al direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, dopo averlo ringraziato per il costante impegno del giornale che, pure, non risparmia critiche ai politici che si mostrano tiepidi nel proporre riforme significative. «Noi non ci rassegniamo ai giochi di potere e di soldi nascosti dietro a questo fenomeno – ha detto Tarquinio, rinnovando l’impegno della testata -. Ci danno dei proibizionisti, dicono che l’azzardo permette di pagare meno tasse, ma è ricchezza bruciata, lo Stato non ci guadagna nulla, la politica deve saperlo».

«Le major dell’azzardo vengono in redazione a proporre campagne di comunicazione contro il “gioco compulsivo” – ha proseguito – ma stanno ben attenti a non chiamare le cose col loro nome, non parlano mai di “azzardo”, ci sono verità che sembra non si possano dire». Tarquinio ha poi formulato un’importante proposta lessicale: «Va chiamata “azzardopatia”, non “ludopatia”. Il gioco, di per sé, è un importante strumento educativo, non ha risvolti negativi. L’inglese, in questo, è più preciso: distingue il “gaming”, il gioco, dal “gambling”, l’azzardo: una consonante che cambia tutto», ha spiegato.

«Ora che si gioca sempre di più online, quasi per la metà, ormai, del giro d’affari legale, tramite siti con sede all’estero, usando le cryptovalute, è caduto anche l’ultimo baluardo di chi sostiene che il nostro Paese possa ricavare dal fenomeno un lecito introito». E l’invito di Tarquinio per il futuro è quello di «rimettere al centro la questione educativa», per estirpare il fenomeno alla radice, nelle giovani generazioni, impegnandole, piuttosto, «nell’azzardo dello spendere la propria vita per gli altri».

Chiara Pazzaglia, Bologna sette del 5 dicembre 2022

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