ROMA – Erano due le presenze bolognesi all’incontro internazionale di preghiera per la pace, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio che si è tenuto in piazza Campidoglio a Roma martedì: l’Arcivescovo il Cardinale Matteo Zuppi e il Vescovo Ambrozie, vicario per i fedeli ortodossi moldavi in Italia, inviato come rappresentante del Patriarcato di Mosca, e che ha stabilito la sede della sua attività pastorale a Gesso di Zola Predosa.
Un evento avvenuto nel pieno rispetto delle norme sanitarie e che ha visto la presenza accanto a Papa Francesco, del Patriarca ecumenico Bartolomeo di Costantinopoli. Mentre i delegati delle altre confessioni religiose si trovavano in altri luoghi per un momento di preghiera per la pace, i cristiani si sono riuniti nella basilica di Santa Maria in Aracoeli.
Nella sua riflessione sul vangelo della crocifissione di Gesù, il Papa ha ricordato come dalla croce è sgorgato il perdono, è rinata la fraternità: è «la Croce che ci rende fratelli». Più saremo attaccati al Signore Gesù, più saremo aperti e “universali”, perché ci sentiremo responsabili per gli altri. E l’altro sarà la via per salvare sé stessi: ogni altro, ogni essere umano, qualunque sia la sua storia e il suo credo.
Dopo la preghiera, tutti i rappresentanti religiosi si sono uniti al presidente della Repubblica Mattarella per assumere un solenne impegno e sottoscrivere il messaggio di questa giornata, accendendo le fiamme del braciere della pace.
Il Patriarca Bartolomeo ha detto con forza che È finito il tempo della moda ecologica, della sua idealizzazione o peggio della sua ideologizzazione. Inizia il tempo dell’agire. E ha ricordato che le radici della crisi ecologica sono anzitutto di tipo spirituale. L’uomo è parte della creazione e non sta né sopra né contro di essa. «La Casa comune è come la casa degli specchi. Uno specchio in cui vediamo riflessa la nostra immagine, come quella di ogni nostro fratello e con noi ogni elemento del creato. Creati a immagine e somiglianza di Dio, vediamo in noi la immagine del nostro fratello e in ogni essere umano il frammento divino».
Guardando ciò che sta attorno a noi, vediamo l’opera divina che vi è contenuta. Cominciamo da obiettivi raggiungibili, così recita l’appello sottoscritto dai partecipanti all’incontro: uniamo già oggi gli sforzi per contenere la diffusione del virus finché non avremo un vaccino che sia idoneo e accessibile a tutti. Questa pandemia ci sta ricordando che siamo sorelle e fratelli di sangue.