Giovedì 22 febbraio

Flaminio, inaugurato il nuovo Anno giudiziario

La Prolusione è stata affidata a monsignor Andrea Ripa, Segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica

L’evento si è svolto in Aula «Santa Clelia» alla presenza del Moderatore, cardinale Zuppi, e con la Prolusione del Segretario della Segnatura Apostolica

Dal 26 febbraio al 2 marzo

«Una visita al cuore della Chiesa»

Le parole dell'Arcivescovo in vista della "Visita ad Limina" dei vescovi della regione a Roma

La dichiarazione dell’Arcivescovo di Bologna in occasione della Visita ad Limina a Roma dal Papa dei Vescovi della regione

La festa della comunità filippina

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

Un momento di festa e di incontro per la comunità cattolica filippina bolognese, che ha voluto celebrare i due anni del suo percorso unitario con una giornata intera trascorsa nella preghiera e nella fraternità.

Da anni, esistevano a Bologna alcuni nuclei di fedeli filippini, che fanno riferimento a movimenti laicali di spiritualità. Poi si è aperta la possibilità di creare un appuntamento corale per la celebrazione eucaristica domenicale, con il sostegno della Migrantes diocesana. Don Valentino Pin Lac, cappellano della comunità filippina di Modena, ha assunto la cura anche della comunità bolognese che si riunisce la domenica mattina nella basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano.

Durante la celebrazione è stata messa in risalto l’importanza dell’esistenza e della vitalità di questa comunità, anche a fronte della suggestione di sette paracristiane molto attive tra i migranti.

La comunità filippina si distingue in modo particolare nel suo impegno a trasmettere la fede ai più giovani. Spesso le seconde generazioni di immigrati, quei ragazzi nati in Italia e che parlano italiano con accento bolognese, fanno fatica ad identificarsi con l’una o l’altra cultura, creando non pochi problemi educativi. È proprio in comunità come queste che trovano incoraggiamento a considerare la cultura di origine come una ricchezza da condividere.

Il responsabile di Migrantes ha esortato i Filippini a raccogliere dalla quaresima anzitutto il messaggio della domenica, come un giorno diverso dagli altri, la Pasqua settimanale che ci dona nella comunione con Cristo la forza di affrontare le sfide della vita e anche a vivere la comunità come parte della grande famiglia della Chiesa di Bologna che oggi è abbellita dalla fede e dalle espressioni di devozione e cultura dei filippini.

Ventuno adulti chiedono il battesimo

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

Ventuno adulti chiedono il battesimo.

Entrando con la quaresima nella fase della preparazione immediata alla rinascita cristiana, un gruppo di ventuno adulti è stato ammesso dall’arcivescovo ai sacramenti nella prossima veglia pasquale.

Uno ad uno i catecumeni sono stati invitati a pronunciare ad alta voce il loro nome e poi a scriverlo in un apposito libro deposto sull’altare. Il nome è l’inizio di una relazione, ha detto l’Arcivescovo, introducendo la celebrazione. “Nella famiglia di Dio si entra chiamati per nome e il nostro nome sarà sempre amato da Dio e questo amore ci da la forza di amare tutti”.

Prima del rito, avvenuto nel contesto della Messa della prima domenica di Quaresima, l’Arcivescovo si è intrattenuto a lungo con i candidati al battesimo e con i loro padrini e catechisti, ascoltando le loro storie e le loro testimonianze.

Sono ventuno, dicevamo, con una età compresa tra i 13 e i 65 anni. 8 di loro sono italiani. Da Cuba provengono tre donne; tre invece sono nigeriani; uno viene da Capoverde; una dalla Costa d’Avorio; tre dall’Albania, due dalla Moldavia.

Le loro storie di vita sono le più diverse, come anche sono misteriosi i fili che li hanno portati alla scelta di diventare cristiani. Indipendentemente l’una dall’altra, ad esempio, le tre donne cubane hanno testimoniato che nel loro paese di origine la libertà religiosa è ancora tutt’altro che affermata e hanno consegnato ricordi di una trasmissione della fede in famiglia che non ha mai potuto avere sbocchi nei sacramenti.

C’è chi non ha potuto ricevere il battesimo a causa delle precarietà di vita connessa con la migrazione, come raccontano alcuni dei catecumeni arrivati da paesi africani, anche attraversando il mare.

Tra gli italiani c’è chi racconta di famiglie che non hanno voluto dare loro una educazione religiosa e poi come questa ricerca sia passata attraverso religioni orientali o tecniche di meditazione, fino alla grazia di un incontro con Dio.

C’è chi ha raccontato di una presenza non negata nella vita, anche se rimasta sempre marginale, fino a quando l’attrazione si è fatta irresistibile e l’incontro con Cristo ha riannodato tanti fili misteriosamente presenti nell’esistenza.

Qualcuno ha raccontato di un bisogno di pienezza che la dimensione scientifica e razionale non è in grado di appagare. Per tutti decisivo l’incontro con la comunità cristiana attraverso catechisti e sacerdoti che li accompagnano nella conoscenza di Dio e nell’esperienza cristiana.

Toccante il momento, durante la celebrazione liturgica, in cui davanti all’assemblea sono stati chiamati per nome e si sono presentati al Vescovo e alla comunità riunita in preghiera.

Nelle prossime settimane, i catecumeni vivranno la seconda tappa quaresimale con la consegna del Credo. Seguiranno poi gli scrutini, la consegna del Padre Nostro, il rito dell’Effatà e l’unzione catecumenale. Nella notte della risurrezione, alcuni di loro riceveranno il battesimo, la cresima e l’eucaristia in Cattedrale, gli altri nelle loro rispettive parrocchie. 

Qui la registrazione dell’omelia del Cardinale