SAN LAZZARO – Domenica 16 ottobre, nella parrocchia di San Lazzaro, si è svolto il primo appuntamento di «Generazioni in dialogo». Ogni partecipante ha portato un parente o conoscente più giovane per dialogare con lui. Continue reading
SAN LAZZARO – Domenica 16 ottobre, nella parrocchia di San Lazzaro, si è svolto il primo appuntamento di «Generazioni in dialogo». Ogni partecipante ha portato un parente o conoscente più giovane per dialogare con lui. Continue reading
Dopo tre anni di forzato stop a causa della pandemia, la numerosa comunità peruviana di Bologna ha potuto celebrare domenica la festa e la processione del Señor de los Milagros.
Si tratta della veneratissima immagine di un crocifisso, originariamente un affresco dipinto in una cappella di Lima da uno schiavo di origine angolana, come espressione della sua fede in Cristo che ha dato la vita per la nostra liberazione dalla schiavitù del male e del peccato.
L’affresco di Lima è sopravvissuto indenne a numerosi terremoti che a varie riprese hanno causato grande distruzione a Lima ed è stato riconosciuto come segno miracoloso di protezione da tutto il popolo.
Oggi el Señor de los Milagros è divenuto il simbolo identitario della diaspora peruviana in tutto il mondo e non c’è città in cui siano presenti peruviani in tutti i continenti in cui non si tengano manifestazioni pubbliche di devozione e di fede.
Il mese di ottobre è chiamato “el mes morado” dal tipico colore viola dei paramenti e dell’abito confraternale, il colore della quaresima e della penitenza: il mese di ottobre diventa quasi una seconda quaresima con la contemplazione del sacrificio di Cristo e con le impegnative pratiche di devozione.
La comunità peruviana ha preparato questa grande domenica di festa e di processione con una partecipatissima novena di preparazione in cui giorno per giorno si è contemplato un mistero della passione del Signore.
Molto intensa anche la celebrazione penitenziale con la disponibilità di numerosi sacerdoti per la celebrazione del sacramento della riconciliazione.
Per tutto il lentissimo percorso della processione le sorelle sahumadoras offrivano il fumo profumato davanti all’immagine.
Non si tratta di incenso, perché le piante che producono questa resina profumata non esistono nei paesi andini: si tratta invece di piccoli bastoncini di palosanto, il legno di un albero i cui rami vengono lasciati a terra a impregnarsi dei profumi del bosco e una volta essicati e incendiati producono questo gradevole profumo che sale al cielo come simbolo della preghiera e delle opere di carità gradite a Dio.
L’immagine è stata trasportata dalla basilica di San Bartolomeo, sede della comunità, alla Cattedrale Metropolitana dove resterà fino alla fine del mes morado.
Il 28 ottobre, festa liturgica del Señor de los Milagros, la comunità si riunirà ancora per una celebrazione soprattutto a suffragio dei defunti, in particolare delle tante vittime mietute dalla pandemia in Perù e in tutto il mondo.
Giovedì 20 ottobre alle ore 11.15 in Cattedrale l’Arcivescovo Card. Matteo Zuppi celebrerà la Messa per la festa della Dedicazione.
Domenica 23 si celebra la Giornata Missionaria Mondiale sul tema “Di me sarete testimoni”.
Verbale Consiglio pastorale 22 ottobre 2022
Il Bollettino della Santa Sede ha annunciato la nomina dell’Arcivescovo, voluta da Papa Francesco, alle 12 di oggi
Avvenire-Bologna7-Edizione-2022_10_09
La comunità filippina bolognese si è riunita sabato sera per dare vita al Rosario vivente: “Living Rosary” è un modo caratteristico di recitare la preghiera mariana, molto diffuso nelle Filippine, dove la corona del Rosario è costituita dalle persone stesse che si uniscono in preghiera, recitando le cinquanta Ave Maria.
Nel mese di ottobre, in molti luoghi delle Filippine, il living Rosary viene recitato la mattina prestissimo e ogni fedele che recita l’Ave Maria accende una candela.
È un momento molto sentito di unità nella preghiera e i gruppi del living Rosary si sono diffusi nel paese, divenendo anche occasione preziosa di socializzazione e di condivisione.
Don Valentino Pinlac ha la cura pastorale per le comunità filippine di Modena e di Bologna.
Ogni domenica i numerosi fedeli originari del vasto paese asiatico, si danno appuntamento nella centralissima basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano, per la messa che viene celebrata in Tagalog e in inglese.
Esistono alcuni gruppi di spiritualità composti di fedeli filippini che hanno però nell’Eucaristia domenicale il loro momento di comunione. Mensilmente la celebrazione avviene assieme alla più vasta comunità parrocchiale.
Sabato è stata la prima volta che la comunità filippina ha realizzato il living Rosary a Bologna: un momento molto intenso e suggestivo, sostenuto dal coro.
Oltre a questi momenti unitari, proseguono settimanalmente gli incontri dei gruppi di spiritualità, molti dei quali seguono le orme del rinnovamento carismatico.
Un giovane campanaro e uno studente di agraria, da molti mesi hanno curato con molta attenzione il riordino dell’archivio parrocchiale di Granarolo: ne è nato un pregevole volume che racconta la storia della comunità.
«Per non morire lavorando» è il titolo del Convegno, proposto dall’Ufficio pastorale mondo del lavoro, sabato 29 ottobre dalle 10 in Cappella Farnese a Palazzo d’Accursio.
“Tutti devono dare la più grande importanza alla vita liturgica della diocesi che si svolge intorno al vescovo, principalmente nella chiesa cattedrale”: lo insegna autorevolmente la costituzione conciliare sulla Liturgia, la quale afferma anche che “c’è una speciale manifestazione della Chiesa nella partecipazione piena e attiva di tutto il popolo santo di Dio alle medesime celebrazioni liturgiche, soprattutto alla medesima eucaristia, alla medesima preghiera, al medesimo altare cui presiede il vescovo circondato dai suoi sacerdoti e ministri”.
È il motivo per cui il presbiterio bolognese attribuisce grande importanza alla festa annuale della Cattedrale, riunendosi in preghiera nel giovedì più vicino al giorno liturgico della dedicazione, il 23 ottobre.
L’incontro si è aperto con una riflessione offerta da padre Etienne Vetö, docente alla Gregoriana e direttore del Centro Card. Bea per gli studi giudaici. Le grandi questioni antropologiche offerte dalla cultura attuale, ha affermato padre Vetö, mettono fortemente in rilievo l’importanza delle relazioni interpersonali ed è facile vedere come nella sapienza biblica sono proprio le relazioni a offrire la chiave di comprensione di se stessi e degli altri, a partire dalla relazione uomo-donna, che mette in evidenza la domanda strutturale di un completamento dell’individuo.
Aprendo la celebrazione eucaristica, l’Arcivescovo ha voluto segnalare per la preghiera comune i sacerdoti ammalati, i nostri missionari, in particolare don Davide Marcheselli che si trova nel Kivu, regione con una delle situazioni più difficili nel mondo. La presenza di don Mykaylo ci ricorda il continuo impegno a pregare per l’Ucraina e per la fine della violenza. Presente anche padre Kidane, cappellano della comunità eritrea cattolica, che ci ricorda la complicata realtà del Tigray e della stessa Eritrea.
Tutte situazioni, ha detto il Cardinale, da portare nel cuore.
Oggi ricordo con gratitudine che è anche la data del mio battesimo. L’ho scoperto con un po’ di fatica qualche tempo fa perché non trovavano più il certificato. Sono stato battezzato a San Pietro e non trovavano più il certificato. È un morivo in più per rendere lode a Dio, alla Provvidenza di Dio che mi ha unito a questa chiesa. Doniamo la vita volentieri non per sacrificio, senza interessi personali perché qui la regola è quella del padre: tutto ciò che è mio è tuo
La cattedrale – ha proseguito l’Arcivescovo – ci aiuta a ritrovare il passo per camminare insieme a tutta la Chiesa, prima di tutto con la Chiesa di Roma, la Chiesa di Pietro, del quale porta il titolo, e con essa tutte le chiese sparse da oriente ad occidente, popolo che il Signore non smette di radunare.
Ma la cattedrale ci aiuta a ritrovare il passo per camminare insieme a tutte le chiese di Bologna e anche all’interno delle varie chiese di Bologna, nelle sue tante e tutte importanti articolazioni.
Dovremo trovare i modi per camminare tutti insieme: i ministeri istituiti, le diverse articolazioni e responsabilità. Le soluzioni che troveremo daranno forma. Non in laboratorio ma nella vita, perché dopo tanta sperimentazione possiamo, e direi un po’ anche dobbiamo, costruire realtà stabili e accoglienti. Penso, per esempio, alle zone pastorali.
Il Cardinale ha voluto ricordare il recente anniversario dei sessant’anni dall’apertura del Concilio: “è una data che non vorrei passasse in maniera automatica, – ha detto – perché siamo chiamati a ritornare alle sue fonti e a viverle, costruendo attraverso la sinodalità la sua applicazione”.
“Superiamo le polarizzazioni, – ha detto ancora, citando Papa Francesco – custodiamo e costruiamo la comunione, diventando sempre più una cosa sola, come Gesù ha implorato prima di dare la vita per noi.
L’omelia è disponibile integralmente sul canale YouTube di 12Porte
BOTTEGHINO DI ZOCCA – “In ascolto del creato”, questo il titolo della veglia ecumenica organizzata dal Consiglio delle Chiese Cristiane di Bologna che si è svolta a Botteghino di Zocca domenica 23 ottobre 2022.
La mattina del 25 ottobre è deceduto, presso la canonica di Santa Maria della Misericordia, il presbitero monsignor Nevio Ancarani all’età di 99 anni.
Il Comune conferirà la cittadinanza onoraria all’Arcivescovo. La decisione è stata presa dal sindaco Matteo Lepore in accordo con tutti i capigruppo del Consiglio comunale.
Sono stati recentemente rinnovati i moderatori delle Zone Pastorali e il Consiglio Presbiterale diocesano. Ecco i nomi aggiornati.