Zuppi: «Eucarestia, vero cuore della vita»

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Giovedì scorso la Festa del Corpus Domini è stata celebrata a livello cittadino con la Messa presieduta dall’Arcivescovo nella Basilica di San Paolo Maggiore e una processione con il Santissimo Sacramento che si è conclusa con la Benedizione eucaristica nella chiesa del Santissimo Salvatore. Centinaia di fedeli hanno partecipato insieme alle associazioni, confraternite, religiosi e religiose. A concelebrare anche monsignor Tommaso Ghirelli, vescovo emerito di Imola, e i Vicari generali della diocesi insieme al Segretario generale della Curia. Decine anche i diaconi ed i sacerdoti presenti.

«Quello di Cristo è un corpo vero e reale – ha detto il cardinale Zuppi in un passaggio dell’omelia – che ci propone l’alleanza che può salvare il mondo. Solo l’amore è la nostra forza, quella che ci fa giungere alla Pasqua dopo aver sconfitto il male. Stasera cammineremo per seguire Gesù, per dirgli che non ci dimenticheremo di lui e che gli staremo accanto».

Scarica qui il teso integrale dell’omelia.

Il luogo delle celebrazioni e il percorso della processione sono stati condizionati dai tanti lavori in corso nel centro cittadino mentre, nel corso del tragitto con il Santissimo Sacramento, si è domandato il dono della pace, come già aveva ricordato l’Arcivescovo all’inizio della celebrazione: «La tragedia della guerra – aveva detto il Cardinale – continua ad affliggere il mondo. Raccolto in preghiera davanti all’Eucaristia, torniamo a supplicare il Signore per invocare la tregua delle armi». La celebrazione del Corpus Domini ha preceduto di qualche ora la parteza dell’Arcivescovo e di una delebgazione diocesana, della quale fa parte anche il vicario generale mosngnor Giovanni Silvagni, diretta in Tanzania per la dedicazione della nuova chiesa parrocchiale di Mapanda.

La festa dei cattolici srilankesi di Bologna

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Domenica di Pentecoste, si è svolta la festa annuale della Comunità srilankese nella Chiesa di Sant’Antonio Maria Pucci.

La celebrazione è stata presieduta da don Sanjeewa Mendis, coordinatore degli immigrati cattolici srilankesi presenti in Italia, in una delle sue prime visite alla comunità bolognese. A lui fanno capo anche i numerosi cattolici di etnia tamil. Il cappellano della comunità, Don Sisira Priyashantha, sta infatti terminando il suo periodo di servizio a Bologna e farà ritorno in patria al termine dell’estate.

Amano molto le bandiere. I fedeli cattolici originari dello Sri Lanka, in occasione delle loro feste religiose, amano sventolare numerose bandiere, come hanno fatto in questa domenica di Pentecoste. La tradizione delle bandiere risale all’epoca della evangelizzazione che dopo il primo nucleo di età apostolica, ebbe forte impulso con le missioni di San Francesco Saverio a metà ‘500. Poiché i preti disponibili nell’isola erano pochissimi, quando un missionario aveva l’opportunità di trattenersi in un villaggio, issava delle bandiere, in modo che tutti a distanza sapessero della sua presenza per la celebrazione dei sacramenti.

Un altro dei segni tipici della cultura srilankese, comune anche alle religioni buddhista e induista che sono maggioritari nel paese è quello della lampada a olio sormontata da un gallo. Poi anche nella tradizione cattolica si trova facilmente il simbolo del gallo, ad esempio in cima ai campanili, i missionari integrarono volentieri questa lampada nelle usanze cattoliche: accendere una fiammella in occasione delle principali ricorrenze viene riconosciuto come un gesto di onore. Il gallo è simbolo della vigilanza cristiana, simbolo anche della missione di annunciare la venuta di Cristo vero sole di giustizia e di salvezza per tutti.

La coloratissima processione attorno alla Chiesa con l’immagine della Vergine Maria ha visto affidarsi alla protezione della Madre di Dio, una comunità composta anche di tante famiglie giovani aperte al dono della vita, che guardano al futuro con laboriosità e tanta speranza.

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