lutto

La preghiera e il cordoglio della Diocesi per il giovane Andrea Ciccone

Il ragazzo di Castel d'Argile morto il 23 giugno in seguito ad un incidente stradale

L’Arcivescovo e la Chiesa di Bologna hanno espresso la propria vicinanza, preghiera e partecipazione unendosi al dolore dei genitori e della famiglia di Andrea Ciccone di Castello d’Argile, il giovane morto venerdì 23 in seguito all’incidente avvenuto lo scorso 15 giugno

Domenica 25 giugno

La Giornata per la Carità del Papa

Grazie alle donazioni di ciascuno continua la vicinanza materiale del Pontefice a quanti sono nel bisogno

Grazie al contributo di ciascuno l’aiuto concreto del Pontefice continua ad arrivare in tutti gli scenari complessi del mondo

Giornata mondiale del rifugiato

Le Veglie «Morire di speranza» di Bologna e Roma

Giovedì 22 giugno alle 18.30 a Roma con l'Arcivescovo (diretta streaming) e venerdì 23 alle 19 nella Basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano con il vicario generale monsignor Giovanni Silvagni

In occasione della Giornata mondiale del rifugiato del 20 giugno, la Comunità di Sant’Egidio invita tutti a partecipare alla veglia «Morire di Speranza»

Torna Estate Ragazzi

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Non è difficile incrociare in questi giorni di inizio estate giovani con la maglietta azzurra degli animatori di Estate Ragazzi o bambini con il cappellino delle squadre che partecipano all’iniziativa, ambientata quest’anno nel mondo dei cavalieri erranti di don Quijote.

E giovedì scorso si è tenuta nel parco del Seminario “Festainsieme”, la giornata diocesana offerta dalla pastorale giovanile alle Estate Ragazzi parrocchiali.

Centinaia di animatori e migliaia di ragazzi provenienti da parrocchie bolognesi hanno incontrato l’Arcivescovo e hanno vissuto insieme una giornata di condivisione.

Dopo gli anni complicati della pandemia che non ha però bloccato del tutto l’iniziativa, il 2023 rappresenta l’anno del grande rilancio di questa iniziativa avviata in diocesi di Bologna nel 1989.

Fu dietro l’impulso del Cardinale Giacomo Biffi, che – forte dell’esperienza milanese dell’oratorio – chiese alle parrocchie petroniane un impegno di animazione per i adolescenti e ragazzi: obiettivo, far toccare loro con mano la forza e la bellezza della vita comunitaria, integrando il percorso educativo della catechesi.

Nata in origine per coinvolgere gli adolescenti e valorizzare il loro protagonismo come animatori, è oggi un punto di riferimento per tantissime famiglie che trovano un aiuto nelle prime settimane subito dopo la chiusura delle scuole.

“Quello che voglio chiedere a tutti voi – ha detto il Cardinale – è di essere cavalieri di pace, impegnati a cercarla e costruirla. Mi raccomando: mettete pure su i muscoli ma non perdete la testa e il cuore! Aiutateci a trovare la pace pregando il Signore affinché ci sia un mondo in cui uomini e donne imparino a volersi bene, a rispettarsi, a starsi vicino, ad aiutarsi”.

“Estate Ragazzi – ha sottolineato don Giovanni Mazzanti, direttore Ufficio diocesano per la pastorale giovanile – è iniziata in tantissime parrocchie della nostra diocesi. Questa iniziativa ormai storica è una delle poche che, con le dovute precauzioni, non si è interrotta neanche durante la pandemia. Credo che questo ci dica qualcosa come Chiesa, perché si tratta di un’esperienza fatta per accogliere tutti e coinvolgere gli adolescenti nell’ottica del servizio”.

L’ER è un momento della formazione dei ragazzi e degli adolescenti, pienamente integrata nel percorso del catechismo e nel cammino dei gruppi parrocchiali.

Gli adolescenti, supervisionati dagli adulti, esprimono le qualità migliori della loro vita in un tempo di servizio che valorizza moltissimo la loro responsabilità.

È un’attività dunque per tutti gli animatori che vogliono provare a crescere e responsabilizzarsi insieme ai più piccoli; agli animatori è chiesto un breve ma serio percorso di formazione specifica.

Le giornate sono strutturate in modo da permettere un momento iniziale di preghiera, seguito da attività nelle quali le parole chiave sono gioco di squadra e rispetto verso il prossimo.

In molte aree del territorio diocesano, Estate Ragazzi ha contribuito alla nascita di iniziative oratoriane stabili durante l’anno.

Verifica e rilancio delle zone pastorali

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“Una nuova forma di Chiesa”: a cinque anni dalla istituzione delle zone pastorali nella diocesi di Bologna è giunto il momento di fare un “tagliando”: giovedì sera si è tenuta una importante assemblea che ha visto riuniti insieme sia i laici presidenti dei comitati di zona, che i presbiteri moderatori, con i più diretti collaboratori dell’Arcivescovo.

Don Angelo Baldassarri, vicario episcopale per la comunione, aveva fatto pervenire un prezioso documento di lavoro nel quale ha condensato le linee portanti del cammino fin qui percorso, a partire dagli apporti dati in questi anni da tutti gli organismi di partecipazione ecclesiale.

Nessuno può negare la fine irreversibile di quella forma di cristianità che ha caratterizzato la nostra storia passata e quelli della attuale condizione di secolarizzazione.

È sotto gli occhi di tutti il calo numerico dei sacerdoti, ma anche delle persone che accedono ai sacramenti della vita cristiana; ma la “nuova forma di comunità” è un disegno che riguarda tutte le vocazioni, comprese quelle laicali e religiose, chiamate ad una corresponsabilità missionaria.

Questo lavoro di ripensamento delle forme ecclesiali nel territorio ha veramente il sapore di una sinodalità concreta, perché – come ha rilevato il Cardinale – non nasce dall’analisi di direttive calate dall’alto, ma dalla partecipazione di tutto il corpo ecclesiale, non senza alcune resistenze profonde: “qualcuno è forse spaventato, – rileva l’Arcivescovo – perché certo cambiare non è facile. Ma abbiamo chiara la necessità, che è la missione!”.

“La necessità è comunicare il vangelo, – ha detto in modo appassionato il Cardinale – è la cosa più bella che abbiamo, di cui c’è un bisogno enorme, perché c’è una sofferenza terribile: questo è il nodo! Se non partiamo dalla compassione di Gesù per la folla non capiamo quello che stiamo facendo! Si riduce tutto ad alchimie, a considerazioni di ruolo, a bracci di ferro di potere”.

C’è da ridefinire il modo della presenza ecclesiale nel territorio, con la consapevolezza che che nessuna condizione di vita oggi è associata ad un solo luogo, viste le grandi possibilità di movimento per lavoro, per formazione, per interessi vari. Anche la pesante crisi demografica incide su questa progettazione.

Una riflessione in corsa, che riguarda anche i comitati di zona, costituiti attorno ai quattro ambiti nodali (catechesi, liturgia, carità, giovani), i laici presidenti di questi organismi e i presbiteri moderatori.

La riflessione si è poi concretizzata attorno a 8 temi di discussione, declinati in altrettanti tavoli di lavoro, dai quali emergeranno ulteriori indicazioni di rotta per consolidare la coscienza fortemente missionaria di questo progetto e restando sempre ben radicati nella realtà della vita ecclesiale.

Zone pastorali, comitati, moderatori, presidenti: c’è tutto un vocabolario della vita pastorale da imparare. Abbiamo chiesto al Cardinale se non corriamo il rischio di perderci in una specie di ingegneria ecclesiastica

“Il rischio c’è…- confessa il Cardinale – è un rischio importante perché cambia tutto… perché l’ingegneria ecclesiastica è una delle tentazioni che ci fa pensare di pensare di aver risolto tutto all’interno… e allora il problema diventano gli altri che non capiscono… oppure c’è il rischio di cercare formule ancora più perfette, mentre invece questo documento è frutto di tanta discussione e di tanto cammino… certo anche di qualche sbucciatura… qualche volta siamo usciti controvoglia… ci siamo fatti un po’ anche del male, abbiamo riscontrato tante difficoltà.

È chiaramente materiale che deve essere ancora lavorato, ma è frutto del cammino: ci mettiamo in cammino e, camminando, troviamo la forma più adeguata per accogliere, per essere comunità, per ritrovarci attorno alla mensa della parola, dell’eucaristia, alla mensa dei poveri, come il Signore ci chiede”.

Aveva 82 anni

Morto il diacono Romualdo Roffi

Sabato 17 giugno alle 9.45 i funerali al Sacro Cuore

Martedì 13 giugno è deceduto il diacono Romualdo Roffi, di anni 82, coniugato con Maria Grazia De Maria, padre di Chiara e Stefania, nonno di sette nipoti.

Giovedì 15 giugno

Festa Insieme

L'Arcivescovo incontrerà in Seminario le parrocchie impegnate in Estate ragazzi

Giovedì alle 10 nel parco del Seminario l’Arcivescovo interverrà a “Festa Insieme” con i giovani e gli animatori delle parrocchie che partecipano a Estate Ragazzi.

La processione cittadina del Corpus Domini

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A livello cittadino la festa del Corpus Domini è stata anticipata giovedì con una solenne concelebrazione in Cattedrale presieduta dal Card. Zuppi a cui è seguita la processione con il Santissimo Sacramento.

Erano state invitate le zone pastorali dei vicariati urbani di Bologna, mentre nel territorio diocesano le tradizionali processioni sono avvenute domenica a livello locale.

Il Corpus Domini è la festa nata nel Medioevo in seguito ad alcuni miracoli eucaristici, nella quale la Chiesa manifesta il suo stupore e la sua gratitudine per il dono dell’Eucaristia, istituita dal Signore nella notte del tradimento e che rende presente ed efficace qui e oggi la grazia del dono che Cristo ha fatto di se stesso per la nostra salvezza.

L’Arcivescovo, reduce dal viaggio compiuto nei giorni precedenti come Inviato speciale del Papa in Ucraina, indossava nella Messa i  paramenti rossi perché in questa celebrazione votiva si era scelto di celebrare il mistero del Preziosissimo Sangue di Cristo, richiamando così in modo particolare l’Eucaristia che sacrificio di riconciliazione e di pace.

“L’Eucarestia – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia – ci fa riconoscere e adorare la stessa presenza di Cristo deposto sull’altare e sulla mensa del servizio. Questa celebrazione del Corpus Domini – che racchiude e illumina quella del Verbum Domini e quella del Corpus Pauperum – ci aiuta a riconoscere quel pellegrino e a seguirlo per essere noi stessi pellegrini con lui per strada”. 

Il pensiero dell’Arcivescovo è andato spontaneo alle terribili immagini di Bucha, nella periferia di Kiev, dove aveva potuto toccare con mano l’orrore e la disumanità della guerra.

“Oggi piangiamo i tanti crocifissi dalla guerra in Ucraina. E guerra significa violenza, tortura, bombardamenti, malattia, abbandono, orfananza, vedovanza, odio e disperazione. Questa sofferenza diventa una richiesta che ha un duplice significato, che si completa e si sovrappone: Resta con noi. Resta con noi, perché ci sei davvero necessario, perché solo tu riempi il nostro cuore di speranza e ci comprendi come mai nessuno. E lì inizia la pace”.

Un solenne corteo, aperto dalle confraternite laicali e dai gruppi ecclesiali, ha scortato il Santissimo Sacramento portato dall’Arcivescovo fino alla Basica di San Salvatore, che è sede dell’adorazione eucaristica quotidiana. La confraternita del Santissimo sorreggeva il prezioso baldacchino che segnalava la presenza adorabile del Signore nel sacramento.

“Cristo nostra pace, – era la preghiera del Cardinale – liberaci dalla logica del male, che divide e inganna. La tua croce abbatte il muro di separazione. Tu ti sei fatto pellegrino per riempire il cuore di speranza e di amore più forte del male. Tu, nostra pace, insegnaci a camminare verso tutti, a spezzare il tuo pane e quello che ci affidi, perché non manchi a nessuno”.